Nietzsche: «Ogni volta che ho trovato un essere vivente, ho anche trovato volontà di potenza; e anche nella volontà di colui che serve ho trovato la volontà di essere padrone. Il debole è indotto dalla sua volontà a servire il forte, volendo egli dominare su ciò che è ancora più debole: a questo piacere, però, non sa rinunciare. E come il piccolo si dà al grande, per avere diletto e potenza sull’ancor più piccolo: così anche ciò che è più grande dà se stesso e, per amore della potenza, mette a repentaglio - la vita» (Così parlò Zarathustra capitolo, "Della vittoria su se stessi"). Io invece - ogni volta che ho trovato un essere davvero vivente - ho trovato un grido d'aiuto: "Dio, dove sei?". E ho poi trovato come due forme, due impronte d'essere: una, <l'umanità che> è la realizzazione creaturale di questo grido, la reificazione di questa volontà d'abbraccio e di guarigione. L'altra <una specie di dis-umanità> che è per converso la negazione illusoria di questa mancanza e quindi di questo bisogno-radicale. Dalla prima forma derivano certi valori, certe visioni, azioni, come dire: certi frutti. Dalla seconda, frutti di segno opposto. Quasi sempre avvelenati.

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